domenica 27 dicembre 2015

Le banche private?


In Italia si aggira un pericoloso demone: il liberismo selvaggio. Per colpa di questo demone si sono privatizzate le banche... Per lo meno questo secondo la vulgata corrente. Poi ci sono il Monte dei Paschi di Siena, Banca 121, Banca Antoveneta, Banca Etruria, Banca Marche, i Renzi, i Boschi, Prodi, Profumo, Guzzetti, Verdini gli amici degli amici e compagnia cantando.

La realtà è ben diversa da come la si dipinge. Le privatizzazioni italiane sono state semplicemente finte, perché tramite le fondazioni bancarie, organismi politici tout court, è la politica ha detenere il ferreo controllo del sistema bancario. Le fondazioni Cariplo e San paolo decidono gli amministratori di Banca Intesa per esempio. Nel caso delle relativamente piccole banche popolari la politica riesce comunque ad entrarci come sponsorship o come sorta di ente di protezione. Quando negli anni '90 la DC si è sciolta come neve al sole molti democristiani hanno trovato rifugio nelle banche, dalla fondazioni alle banche popolari. Il potere è più forte quando non si nota...

File:Palazzo della banca d'italia (firenze) 03.JPG
Immagine presa da Wikipedia: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Palazzo_della_banca_d'italia_%28firenze%29_03.JPG
Ovviamente se il credito viene erogato per simpatie politiche e non in base a criteri economici i risultati sono scontati: il fallimento. In Italia, quando un'attività economica raggiunge una certa dimensione ha bisogno di protezione politica. Questa è la realtà.

In conclusione parlare di liberismo selvaggio in Italia, è veramente essere o in malafede o soffrire di allucinazioni.

sabato 21 novembre 2015

Nuova edizione del "Piccolo Manuale della Libertà"

copertina_piccolo_manualeE' online la nuova edizione del "Piccolo Manuale della Libertà" con due nuovi capitoli. Lo potete scaricare al link qui sotto:

Piccolo Manuale della Libertà

Non posso non invitarvi a scaricare una copia del libro, che costituisce un'ottima introduzione al libertarismo, di facile lettura senza perdere di precisione.
Non potete non acquistarla. Dove troverete mai in un libro di scienze politiche, che parte da Banana Joe e Pippi Calzelunghe per spiegare i concetto di stato, libertà, individuo, proprietà privata, ecc.?

giovedì 12 novembre 2015

Rivoluzione francese, un consiglio di lettura

Sulla rivoluzione francese esistono innumerevoli testi, ma quello che consigliamo vivamente perché scevro di intenti apologetici, con un approccio scientifico che spiega con lucidità la genesi della modernità è "Rivoluzione del 1789", di Beniamino De Martino, già autore di "Note sulla proprietà privata" e fondatore del sito Storia Libera, da poco trasformato in rivista scientifica di storia. L'autore affronta la Rivoluzione con il distacco che dovrebbe avere proprio lo storico, evidenziando la continuità con il processo di "assolutizzazione" dei sovrani, e il ruolo di completamento del lungo processo di gestazione dello stato e di base dei totalitarismi novecenteschi. La Rivoluzione in breve tempo e violentemente cancella le libertà medievale completando quel processo di concentrazione del potere iniziato dai sovrani assoluti e ponendo l'individuo da solo di fronte allo Stato che ormai è uno Stato assoluto che non ha freni in altri organismi, leggi o tradizioni.

Il libro è edito da "Leonardo Facco Editore" e ordinabile al seguente link:

http://shop.movimentolibertario.com/ricoluzione-francese/

venerdì 6 novembre 2015

Il successo delle politiche keynesiane nonostante il loro evidente fallimento


Vi segnalo questo mio articolo scritto in occasione della presentazione del libro di Riccardo Lucarelli “Oltre la scuola austriaca. Bruno Leoni: il libertario italiano” tenutasi a Roma lo scorso 5 novembre.

L'articolo è  pubblicato da Rete Liberale:

http://www.reteliberale.it/articolo.asp?id=82


mercoledì 21 ottobre 2015

martedì 8 settembre 2015

Élite

"E’ un fatto riconosciuto che quasi tutte le rivoluzioni sono state un lavoro non delle persone comuni ma dell’aristocrazia, specialmente della parte decaduta dell’aristocrazia”. 

Vilfredo Pareto

domenica 6 settembre 2015

Proprietà privata

«Le leggi che rendono sicura la proprietà rappresentano il più nobile trionfo dell’umanità su se stessa. È questo diritto che ha vinto la naturale avversione al lavoro e dato all’uomo il dominio sulla terra; che ha posto fine alla vita migratoria delle nazioni; che ha generato l’amore per il proprio paese e la cura per la posterità»

Jeremy Bentham

venerdì 4 settembre 2015

Costruisci la tua autolinea

Con orgoglio vi segnalo la pubblicazione da parte di LeoniBlog di un mio modesto studio sulle possibili innovazioni nel campo dei trasporti pubblici locali:

Il sistema dei trasporti, nonostante la continua evoluzione tecnologica, complice anche l’ingombrante presenza dello stato, rimane ancorato a vecchie logiche. Da ciò nasce l’esigenza di ripensare il sistema dei trasporti, da un sistema centralizzato e producer-driven, in cui è il produttore a dettare tempi e modi di erogazione del servizio, ad un sistema decentralizzato e client-driven, in cui sono le esigenze dell’utente a guidare il produttore nella creazione e fornitura di servizi efficaci. [Continua...]


martedì 25 agosto 2015

Una nuova agenzia immobiliare in città: il Comune

un mio vecchio articolo pubblicato su Elzivirista nell'ormai lontano gennaio 2012

di Vito Foschi

A chi avesse avuto la ventura di passeggiare per Torino qualche mese fa, non avrebbe potuto non notare un manifesto che offriva dei locali commerciali in affitto; nulla di strano, se non fosse che il locatore era il Comune. Siamo abituati allo strabordare delle funzioni delle amministrazioni pubbliche, ma che un Comune si metta a fare l’agente immobiliare sembra un po’ fuori luogo. Può sembrare normale che un comune affitti dei locali commerciali, perché è giusto e conveniente che non rimangano sfitti, però le domande da porsi sono: il Comune è in grado di gestire con efficienza la locazione di locali commerciali? Perché il Comune dovrebbe svolgere un’attività tipica dei privati? Perché il Comune possiede degli immobili non funzionali alla sua attività?
Dal punto di vista economico viene sempre suggerito di concentrarsi sulle cose che si riesce a fare meglio e di affidare il resto ad altri più capaci. Dubitiamo delle capacità immobiliari del Comune visto che anche nelle funzioni istituzionali non eccelle. Ma oltre alle considerazioni di efficienza economica, quello che non si capisce è perché il comune debba fare l’agente immobiliare. Noi cittadini abbiamo delegato il Comune a ciò? O più semplicemente ci interessa che faccia funzionare bene anagrafe, garantisca la pulizia pubblica, strade senza buche e così via. Invece il Comune che fa? Si mette ad affittare dei locali commerciali. Ma c’è il privato per questo.
Oltre ad andare molto al di là dei compiti istituzionali tipici di un comune, si può ragionevolmente temere che la locazione di questi immobili sia un’ulteriore tentazione di corruzione per politici e funzionari pubblici: è l’occasione a fare l’uomo ladro. I privati ci mettono del loro e possono fare quello che vogliono con i loro soldi, mentre le risorse del Comune sono soldi che vengono fuori dalle nostre tasche e non devono essere sprecati o servire ad attività che nulla hanno a che fare con un’amministrazione pubblica.
Nel rendiconto del 2009, gli immobili comunali ammontano a circa 2,3 miliardi di euro al netto degli ammortamenti di cui 1,2 dichiarati indisponibili, quindi dedicati all’attività istituzionali, tipo scuole o uffici comunali e cerca 630 milioni dichiarati disponibili, ovvero liberamente vendibili. Un patrimonio ragguardevole sotto ogni punto di vista. Sempre dal bilancio del 2009, i fitti attivi sono pari a 7 milioni di euro, pari ad un rendimento dell’1,1% circa: ben misero.
Per far fronte all’ingente mole di debiti il Comune ha incominciato un processo di alienazione di immobili pregiati, i cosiddetti gioielli di famiglia. Ne “Il Sole 24 Ore” del 12 luglio 2011, per esempio. potete trovare un avviso d’asta per alcuni di questi immobili. Il lato positivo dei debiti è che costringono a razionalizzare le attività e tagliare i costi. Quello che è rimasto in dotazione al comune di Torino sono immobili molto variegati, da interi condomini a singoli appartamenti di pregio, a locali commerciali di varie dimensioni, tra cui alcuni posizionati in zone strategiche come la centralissima via Garibaldi. In quest’ultimo caso l’affitto di mercato è molto alto e qualcuno potrebbe pensare che è meglio non vendere tale immobile perché il rendimento è maggiore del risparmio in interessi che si potrebbe ottenere rimborsando una parte di debiti con il ricavato della vendita. Premesso che si tratta di un caso particolare e riguardante una piccolissima parte degli immobili comunali, ci torniamo a chiedere se il Comune è in grado di gestire con efficienza le locazioni e cosa più importante se è delegato dai cittadini per essere una società di gestione immobiliare o per occuparsi di servizi pubblici.
Un settimanale cittadino (Però del 24 luglio 2011) ci informa dei valori ridicoli a cui sono affittati alcuni di questi immobili. Ci sono appartamenti affittati da poche decine di euro fino a folle cifre di poco superiori a 100 euro e si parla di appartamenti affittati a prezzi di “mercato” non di edilizia popolare. Potete immaginare bene che l’affitto di un appartamento in una città come Torino sia un multiplo di almeno 10 delle cifre sopradette.
Un esempio della varietà e scarsa attenzione alla loro valorizzazione ci è dato dalla deliberazione del 12/04/2011, n. mecc. 2011 02055/131 che concede degli immobili a delle associazioni. Si notano degli immobili di 25 mq che non si capisce bene cosa stiano a fare nel bilancio comunale. Tra l’altro c’è ne uno in corso Spezia, zona mercatale, vicino agli ospedali e recentemente dotata di una stazione della metropolitana, quindi zona di pregio. Non sappiamo in che condizioni sia e di che  tipo sia, ma potrebbe facilmente essere alienato ad un prezzo congruo. Non si capisce come il Comune di Torino possa gestire in maniera efficiente un patrimonio immobiliare così frammentato. Possedere pochi edifici di grande dimensioni è sicuramente più economico che gestire centinaia di piccoli immobili, in alcuni casi destinati per dimensione e posizionamento a non essere usati o affidati a terzi. Sicuramente in 25 metri quadri è molto difficile piazzare un ufficio pubblico. Tutti questi immobili inutili ai fini istituzionali dovrebbero essere ceduti e con il ricavato ripagare parte dei debiti. Senza voler affrontare il discorso dei sussidi ad associazioni e fondazioni, è piuttosto evidente che gli spazi da cedere alle associazioni non mancano. Per esempio c’è tutta l’area dell’ex villaggio olimpico in gran parte vuota. Un censimento e un’alienazione di tanti immobili inutili potrebbe permettere non solo di ridurre il debito, ma di conseguire una maggiore efficienza nella gestione e una riduzione degli spazi per la corruzione, ma forse è proprio quest’ultimo problema che non si vuole risolvere.
In conclusione non c’è nessuna motivazione logica per cui il comune debba essere un’agenzia immobiliare.

lunedì 10 agosto 2015

Il sistema pensionistico italiano

Persone più o meno giovani, con un lavoro più o meno precario, pagano fior di contributi per una pensione che non avranno, ma garantendo una pensione più o meno dignitosa ai propri genitori. Genitori che in molti casi avranno una casa di proprietà e soldi da parte e che mossi a pietà aiuteranno economicamente i figli precari. Dato che ogni passaggio ha i suoi costi di intermediazione, non sarebbe il caso di spezzare questo circolo vizioso? Riduciamo un po' le pensioni e contestualmente i contributi?
Il mio ragionamento per quanto fondato su verità, è ovviamente, all'ingrosso. Certamente non tutti i giovani hanno un lavoro precario, e non tutti i genitori aiutano i figli o hanno case di proprietà. Però rileva la presenza di insensatezze, per usare una parola gentile, nel welfare state italiano. Nei fatti, i precari garantiscono la pensione ai pensionati, il che non pare una cosa normale. Praticamene chi è più debole aiuta chi debole non è o non lo è stato. È necessario ridurre la pressione contributiva e fiscale, ma per fare ciò è anche necessario intervenire sulle pensioni. Tralasciando di intaccare le minime, non credo che sia così assurdo limare la pensione di chi è andato in pensione a 35-40 anni di età, per esempio, o chi ha goduto di contribuzioni figurative. Indubbiamente sono andati in pensione sfruttando le leggi esistenti, e razionalmente hanno fatto bene ad approfittarne, ma un'ingiustizia rimane comunque un'ingiustizia.

sabato 20 giugno 2015

Sull'enciclica del papa

Non ho letto l'enciclica dela papa, però ho letto di nuova economia. Finalmente! Sarebbe ora che si passasse da un'economia socialista dominata dagli stati ad un vero sistema capitalista dove gli individui possano scambiare liberamente.

lunedì 15 giugno 2015

Welfare state

Lo stato sociale è il migliore incentivo per il vizio e il crimine. Un'assistente sociale che giustifichi e faccia avere uno contributo dal comune si trova sempre.

Nuova legge di Murphy

Se una connessione deve cadere, cadrà quando hai scritto un messaggio o una mail lunghi, costringendoti a riscrivere daccapo.

domenica 3 maggio 2015

Sui fatti di Milano

Lo stato è esercito e polizia e se non riesce a gestire l'ordine pubblico e a difendere i cittadini e le loro proprietà che senso ha pagare le tasse? I milanesi dovrebbero essere esentati dal pagamento delle tasse, visto che lo stato non ha assolto al suo compito essenziale. Capisco che la polizia dopo il G8 di Genova non può agire con efficacia, ma rimane il fatto che lo stato italiano non ha assolto al suo compito.
Sarò provocatorio, ma se i commercianti milanesi avessero pagato il pizzo ad un organizzazione criminale non sarebbero stati meglio protetti? I violenti agiscono perché sicuri dell'impunità, ma se si trovaserro di fronte una minima reazione fuggirebbero, vigliacchi come sono.
Mi chiedo: se un milanese avesse reagito per difendersi o per difendere una sua proprietà sarebbe stato inquisito?

domenica 15 marzo 2015

Assurdità ecologiche


Gli ecologisti sono piuttosto curiosi. Si lamentano in contemporanea del  presunto riscaldamento globale e dei consumi energetici. Ma il riscaldamento globale non dovrebbe ridurre il consumo energetico dovuto al riscaldamento invernale?

domenica 1 febbraio 2015

un commento al "Piccolo manuale della libertà"

Alessandro Leonardi:

"Consiglio vivamente la lettura del "Piccolo Manuale della Libertà" di Vito Foschi. Immediato, scorrevole ed illuminante. Un cancellino per la lavagna statalista che ci hanno venduta per indelebile.4 eurini ‪#‎benspesi‬."

Per acquistarlo:

http://www.lionmedia.it/shop/?prodotto=piccolo-manuale-della-liberta




sabato 10 gennaio 2015